top of page

Il Tempo di Quaresima nel rito Ambrosiano

testata_quaresima.jpg

All’origine della Quaresima ambrosiana

 

La Quaresima, il rito ambrosiano, si struttura in maniera abbastanza precisa già a partire dall'epoca di S. Ambrogio, nello scorcio finale del quarto secolo, quando la società era in via di progressiva cristianizzazione e molti pagani, convertitisi al cristianesimo, chiedevano il battesimo diventando catecumeni. Ebbene, la Quaresima, in tale contesto, nacque non tanto come tempo di generica preparazione alla Pasqua, bensì come tempo in cui i catecumeni si preparavano a ricevere il battesimo nella veglia pasquale: ciò comportò che essa assumesse un forte carattere battesimale, ed è questa la caratteristica che la liturgia ambrosiana ha sempre conservato fino ai nostri giorni. Basterebbe passare in rassegna i Vangeli delle domeniche quaresimali, rileggendoli attraverso la chiave di lettura della liturgia battesimale (come spesso gli stessi prefazi ambrosiani ci suggeriscono).

Carattere liturgico

 

Il Tempo di Quaresima è strettamente penitenziale. Il colore liturgico è il morello. Nei giorni feriali dal lunedì al venerdì, la Liturgia ambrosiana offre la possibilità di utilizzare, in luogo del colore “morello”, il colore liturgico “nero”, che, secondo la tradizione ambrosiana, prima di essere il colore del lutto è il colore tipico della penitenza.

Struttura del tempo di Quaresima

40 giorni

 

E' risaputo che in tutto il mondo il tempo della Quaresima inizia col "Mercoledì delle ceneri", così detto perché in esso i fedeli ricevono sul proprio capo l'austero segno delle ceneri benedette, come simbolo di penitenza e conversione.

E' però altrettanto noto che, a Milano, nello stesso giorno si è in pieno carnevale e che solo la domenica successiva inizia la Quaresima.

Ci si potrebbe chiedere il perché di questo diverso computo tra il rito romano ed ambrosiano ed una risposta esauriente dal punto di vista storico è molto complessa. Semplificando notevolmente, potremmo dire così. Se prendiamo il calendario e, partendo a ritroso dal giovedì santo, contiamo quaranta giorni, giungiamo esattamente alla prima domenica di Quaresima: dunque i quaranta giorni di penitenza iniziano alla sesta domenica prima di Pasqua e giungono fino al triduo pasquale escluso. Questo è, a grandi linee, il computo antico ed originario della Quaresima, conservatosi nel rito della Chiesa di Milano. Si può notare che, in questa prospettiva, la Quaresima è intesa come un periodo di penitenza, ma non di stretto digiuno, dal momento che, secondo un'antica tradizione, di domenica non si doveva digiunare.

306fdcd7e4f94767bd481fbce7d5d003.jpg

Nel Medioevo, all'idea di quaranta giorni di penitenza, si sostituì quella dei quaranta giorni effettivi di digiuno, ad imitazione di quanto fece Mosè sul Monte Sinai, Elia nel suo pellegrinaggio verso il Monte di Dio e Cristo nel deserto; parallelamente la Quaresima fu intesa più come periodo di preparazione alla domenica di Pasqua, che non al triduo pasquale della passione, morte e resurrezione di Gesù. Di qui derivò la necessità di rifare i calcoli; se, infatti prendendo sempre il calendario, partiamo dal sabato santo e contiamo quaranta giorni a ritroso, saltando però le domeniche, in cui come abbiamo visto, non si digiunava, giungiamo esattamente al mercoledì precedente la prima domenica di Quaresima, che divenne il "Mercoledì delle ceneri".

Questo computo fu accolto dalla Chiesa romana e si diffuse in tutto l'Occidente, tranne che a Milano, dove si conserva ancora la più antica e precedente tradizione.

Le domeniche

 

Il carattere unitario, il contenuto misterico, la ricchezza catechetica dell’ordinamento delle letture domenicali della Quaresima ambrosiana fanno di tale articolato complesso di pericopi un patrimonio ecclesiale di singolare rilievo, cui aggiunge ulteriore valore la constatazione che le letture evangeliche sono rintracciabili nella stessa omiletica di Ambrogio e che esse nella tradizione milanese tanto hanno marcato le singole domeniche da determinarne le specifiche denominazioni. Infatti le domeniche di questo tempo vengono chiamate:

Domenica all’inizio della Quaresima o I di Quaresima

 

(il catecumeno deve rinunciare a Satana se vuole diventare cristiano)

Le tentazioni di Gesù nel deserto e la sua vittoria su Satana fanno riferimento - ad esempio - alla lotta che il catecumeno deve affrontare contro il Male, se vuole diventare cristiano, e il rito delle rinunce al demonio, alle sue opere e alle sue seduzioni ne sono il corrispondente rito liturgico pre-battesimale.

Tentazioni-nel-deserto.jpg
testata_quaresima (4).jpg

Domenica della Samaritana o II di Quaresima

 

(il Battesimo quale acqua di vita che ci dà la vita eterna)

Nella seconda domenica il prefazio ambrosiano afferma che Cristo, fermatosi al pozzo di Giacobbe, aprì alla fede il cuore della Samaritana: e, anche in questo caso, il rito liturgico pre-battesimale della professione di fede nel Dio uno e trino diventa condizione necessaria per il passaggio dal paganesimo alla vera religione.

Domenica di Abramo o III di Quaresima

 

(il Battesimo quale professione di verità che ci inserisce tra i veri figli di Dio)

La domenica di Abramo ci ricorda l'inserimento nella Chiesa, il vero e definitivo popolo di Dio composto dai discendenti di Abramo secondo la fede, piuttosto che secondo il sangue e la carne: e tale inserimento si realizza efficacemente attraverso il battesimo.

testata_quaresima (5).jpg
testata_quaresima (6).jpg

Domenica del Cieco o IV di Quaresima

 

(il Battesimo quale illuminazione miracolosa delle nostre tenebre spirituali)

Nel battesimo Cristo libera l'uomo dalla sua cecità, illuminandolo, e gli dona di risorgere dalla morte del peccato alla vita di grazia. Nascono di qui i due riti post-battesimali della consegna al neo-battezzato della lampada accesa e della veste bianca. Nell'antichità compiere il cammino della Quaresima battesimale era la condizione necessaria perché il catecumeno, proveniente dal paganesimo, venisse ammesso al sacramento del battesimo e diventasse cristiano.

Domenica di Lazzaro o V di Quaresima

 

(il Battesimo quale morte e sepoltura con Cristo per poter con Lui risorgere)

ci dicono i rispettivi prefazi della IV e V domeniche - introducono il tema del peccato originale: senza Cristo l'uomo è irrimediabilmente cieco (domenica del cieco nato) o - peggio ancora - è morto (domenica di Lazzaro); senza Cristo l'umanità porta dentro di sé una menomazione che lo aliena da Dio e da se stesso.

testata_quaresima (7).jpg

Domenica delle Palme o VI di Quaresima

 

(il Battesimo quale unzione santificante)

Oggi per noi, che abbiamo ricevuto il battesimo nei primi giorni della nostra vita, le cose non sono sostanzialmente cambiate: vivere ogni anno la Quaresima come riscoperta del battesimo e delle esigenze che da esso derivano, è condizione necessaria non tanto per diventare cristiani (visto che almeno anagraficamente lo siamo già), ma per esserlo effettivamente e soprattutto per restarlo. Va altresì segnalata la costante attenzione che la tradizione ambrosiana ha rivolto anche alle letture tratte dal libro dell’Esodo nelle cui pericopi sono evocati e rivissuti momenti nodali della storia della salvezza sviluppatasi nell’antica Alleanza.

vhod_v_ierusalim3.jpg

Le liturgie vigiliari

 

Il carattere particolare della domenica all'inizio della Quaresima rispetto alle restanti domeniche è rimarcato, nella liturgia vigiliare, dalla proclamazione, quale annuncio della Risurrezione, della silloge delle apparizioni del Risorto proposta da Mc 16, 9-16. Nelle successive settimane che preparano all'annuncio pasquale della Risurrezione, in luogo dei Vangeli della Risurrezione, vengono proclamate pericopi che del mistero pasquale contengono un chiaro preannuncio:

 

nelle domeniche della Samaritana, di Abramo, e del Cieco, le narrazioni dei sinottici in merito alla prefigurazione della gloria pasquale sul monte della Trasfigurazione;

 

nella domenica di Lazzaro, il richiamo di Cristo stesso al segno di Giona;

 

nella domenica della Palme, il richiamo alla distruzione del tempio ricostruito in tre giorni.

 

Nelle liturgie vigiliare delle Domeniche di Quaresima, se si usa la forma solenne, è sospesa l’eventuale accensione del cero pasquale. Per le domeniche dalla II alla VI è sospeso anche l’eventuale suono delle campane dopo la lettura delle pericope evangelica che in queste domeniche sostituisce il Vangelo della Resurrezione.

Le ferie

 

La sistematica proclamazione di Genesi e Proverbi, ricordata da Ambrogio quale elemento caratterizzante del tempo quaresimale, è momento qualificante dell’abbondante catechesi per la preparazione dei candidati al Battesimo verso i misteri dell’iniziazione cristiana celebrati nella notte pasquale. In particolare la Genesi ripropone l’amore di Dio verso l’uomo attraverso la creazione, l’allontanarsi dell’uomo da Dio, gli esempi di fede dei Patriarchi che hanno creduto all’annuncio di salvezza loro rivolto e che pure dalla terra d’Egitto non hanno cessato di attendere il dono promesso da Dio ad Abramo ed ai suoi discendenti.

Parallelamente la lettura dei Proverbi indica ai credenti le vie per quella conversione del cuore, che deve segnare il cammino dell’uomo verso la salvezza.

A questi testi è associato, nelle prime quattro settimane, la lettura sistematica del Discorso della Montagna, in cui Gesù delinea le modalità di vita proprie di coloro che accolgono il suo lieto annuncio. Nella settimana che introduce alla domenica delle Palme, attraverso le pericopi evangeliche feriali, si dà inizio alla sequela diretta del Signore, incamminato verso Gerusalemme per realizzare in se stesso la grande Pasqua di salvezza.

I venerdì

 

I venerdì quaresimali, in analogia al Venerdì Santo, si sono conservati aneucaristici, cioè privi della liturgia eucaristica: agli amici dello Sposo è tolta la gioia del banchetto nuziale.

 

Il tempo di Quaresima è di sua natura un periodo austero e severo. Il rito della Chiesa di Milano vuole accentuare questo clima con una caratteristica del tutto particolare: i cosiddetti "venerdì aliturgici", nei quali non si celebra la Messa né si distribuisce la Comunione Eucaristica. Ricercare l'origine storica di questa tradizione non è facile. Per alcuni studiosi, in questo la liturgia ambrosiana si avvicinerebbe alle chiese orientali, nelle quali in Quaresima tutti i giorni della settimana, eccetto il sabato e la domenica sono aliturgici.

 

Secondo altri, e tra questi il più eminente è il Beato card. Schuster, l'origine sarebbe molto antica e risalirebbe ai tempi in cui la liturgia eucaristica, sempre in Quaresima, era celebrata al calar del sole: poiché di venerdì la preghiera vespertina si prolungava con una veglia composta di salmi, letture ed orazioni che, di fatto, terminavano con una celebrazione eucaristica quando ormai spuntava l'aurora del sabato, il venerdì restava privo della celebrazione della Messa. Comunque stiano le cose da un punto di vista storico, in pratica la Chiesa ambrosiana ha sempre gelosamente conservato questa particolarità della sua liturgia quaresimale.

 

A questo proposito si esprimeva l'allora arcivescovo di Milano Giovanni Battista Montini, con parole che ancora oggi conservano la loro attualità e la loro carica spirituale: "La proibizione di celebrare la santa Messa e di distribuire la santa Comunione nei venerdì di Quaresima fa parte dell'estrema accentuazione del carattere penitenziale della Quaresima: si arriva alla coscienza dolorosa della propria indegnità ed all'esperienza, che sa di morte, della perdita del Dio vivo. La devozione di chi comprende il mistero del peccato e della croce deve arrivare a questa tremenda avvertenza, che rasenta il confine dello spavento e della dispersione".

 

In questo giorno:

viene raccomandata la celebrazione comunitaria della Liturgia delle Ore, ed in particolare la celebrazione solenne dei Vespri col popolo; essi assumono una struttura di tipo vigiliare (riti lucernali, letture veterotestamentarie, salmodia), eco degli antichi usi della Chiesa di Gerusalemme che nella sera di questo giorno aneucaristico vegliava in attesa della celebrazione Eucaristica allo spuntare del Sabato. Le letture vesperali dei venerdì di Quaresima, analogamente alle letture delle grandi celebrazioni vigiliari sono parte integrante dell’ordinamento delle letture. Oltre alla serie di pericopi prevista dalla Liturgia delle Ore, con i rispettivi salmelli e orazioni, il Lezionario propone un ulteriore ciclo di letture incentrato sul tema del sacrificio di Cristo, di cui sono proposte le prefigurazioni tipologiche e i preannunci profetici.

 

Può essere anche lodevolmente svolto il pio esercizio della Via Crucis.

I sabati

 

Secondo l’antica disciplina osservata anche in oriente e che a Milano appare tradizionale già ai tempi di Ambrogio, il carattere festivo assegnato da Dio al sabato proibisce il digiuno a tale giorno. Le implicazioni ecumeniche dell’osservanza di tale disciplina in un contesto di comunione con la Chiesa romana, caratterizzata da diversa consuetudine, sono ben evidenziate dalle letture proclamate al primo sabato di Quaresima.

Nei tre sabati successivi le letture veterotestamentarie e paoline tratteggiano gli atteggiamenti spirituali dei credenti avviati alla rigenerazione. Le pericopi evangeliche presentano poi un chiaro riferimento ai riti prebattesimali (esorcismo, segno di croce, unzione).

L’ultimo sabato quaresimale è totalmente focalizzato sul tema della trasmissione della fede nella Chiesa, processo emblematicamente rappresentato dal rito della consegna del Simbolo (Traditio Symboli).

Particolarità liturgiche ambrosiane

 

Durante la Quaresima nella Messa si omette il Gloria e non si canta l’Alleluia, come pure avviene nella Liturgia delle Ore. Tuttavia il Responsorio all'inizio dei primi Vespri della prima domenica di Quaresima è pieno di Alleluia, gli ultimi fino a Pasqua.

 

E’ quanto rimane della "Dominica in Capite Quadragesimae" prima della riforma di S. Carlo che era una solennità col colore bianco, Gloria e Alleluia, inizio festoso del digiuno secondo l'insegnamento di Gesù in Mt 6,16a.17a: "E quando digiunate, non assumete aria malinconica come gli ipocriti. Tu invece, quando digiuni, profumati la testa e lavati il volto."

 

In data 29 maggio 1992 (Memoria dei SS. Martiri Anauniani) la Penitenzieria Apostolica ha concesso che nelle Chiese di rito Ambrosiano si possa acquistare l’Indulgenza Plenaria nelle domeniche di Quaresima, recitando devotamente la preghiera Eccomi, o mio amato e buon Gesù (cfr Cantemus Domino p.72) davanti all’immagine del Crocifisso e dopo essersi comunicati.

 

Il rito di Imposizione delle ceneri andrebbe celebrato il Lunedì della prima settimana di Quaresima, ma da sempre viene celebrato al termine delle Messe della prima domenica di Quaresima.

 

I venerdì di Quaresima sono di magro, ed il venerdì che segue la I Domenica di Quaresima è anche di digiuno.

 

La disciplina conforme al carattere aneucaristico proprio dei venerdì di Quaresima è insieme locale e personale:

 

   i presbiteri di Rito Ambrosiano non si rechino in una chiesa di Rito Romano a celebrare unicamente per motivo di devozione, né quelli di Rito Romano celebrino in una chiesa di Rito Ambrosiano;

 

   nei giorni aneucaristici non si distribuisca l’Eucarestia, se non come viatico a chi versa in pericolo di morte.

 

Durante la Quaresima:

 

   è vietata la celebrazione di qualsiasi festa e solennità, ad eccezione di San Giuseppe (19 marzo) e dell’Annunciazione (25 marzo), che sono celebrate anche se cadono di venerdì.

 

   sono permesse le messe rituali (senza Gloria) e dei defunti.

 

   per la celebrazione di eventuali nozze, gli sposi siano esortati a rispettare nelle formalità esteriori il carattere austero di questo tempo.

 

   è permesso il suono dell’organo solo per sostenere il canto.

 

   non si mettono fiori sull’altare.

 

  nelle chiese ed oratori, dall’inizio della Quaresima, un tempo si coprivano tutte le immagini sacre, sia dipinte o sia scolpite, che sono poste in venerazione (non quelle di ornamento). Questa tradizione molto significativa potrebbe lodevolmente effettuarsi tuttora.

 

    non vengono invece velate le Croci.

 

   nelle ferie quaresimali (dal lunedì al venerdì) si può, come detto, usare ad libitum il colore nero. Ciò permette di rimarcare, in modo più evidente, anche sul piano visivo e attraverso i segni sensibili, un accento preciso del cammino quaresimale. Nel Rito ambrosiano, infatti, l’itinerario delle ferie dal lunedì al venerdì sottolinea maggiormente l’aspetto penitenziale, mentre assegna la memoria battesimale soprattutto ai sabati e alle domeniche. L’uso del colore liturgico nero – alternato al morello festivo (sabato e domenica) – si carica quindi di un profondo simbolismo, capace di esprimere il senso della vita cristiana in cammino lungo il corso dell’anno liturgico, ispirando il pentimento e connotando fortemente i giorni austeri della Quaresima.

aviso_chincheta.png
aviso_chincheta.png
aviso_chincheta.png
aviso_chincheta.png
aviso_chincheta.png
aviso_chincheta.png
aviso_chincheta.png
aviso_chincheta.png
aviso_chincheta.png
aviso_chincheta.png
bottom of page